Salve...Allora, cerco di andare per ordine:
1. Le bombe atomiche vengono fatte esplodere in aria, prima che arrivino a toccare terra, in maniera tale da non disperdere nulla del loro potenziale impattando il suolo. Ne deriva un'onda d'urto molto più ampia. Per quanto riguarda la distanza dal centro dell'esplosione, ricordo di aver visto anni fa un documentario su Hiroshima e Nagasaki, in cui c'erano dei sopravvissuti, anche relativamente vicini all'esplosione. Ad esempio quello nel documentario che vi posto, dopo essere sopravvissuto all'esplosione di Hiroshima, viene sfollato a Nagasaki dove sopravvive, nascondendosi in un avvallamento del terreno, anche alla seconda esplosione: era distante quattro kilometri dal centro.
Video2. Ponendo dei limiti economici "umani", la cosa più facile è migliorare cantine e seminterrati delle proprie abitazioni. La maggior parte di essi è dotata di muri in cemento armato, piccole aperture eventualmente sigillabili con sacchetti di sabbia.
Altre alternative valide se si ha spazio a disposizione è utilizzare dei rifugi già costruiti. In America vengono vendute delle cellule in acciaio, una sorta di grossi serbatoi che vengono interrati e forniscono protezione per tre o quattro persone a seconda della grandezza. In questo caso è utile precisare che in un bunker antiatomico, il potere isolante maggiore è fornito dallo strato di terra, più che dalle pareti. Un'altra possibilità, in verità molto in voga in questi anni, è l'utilizzo dei container marittimi. Abbastanza spaziosi, impilabili, economici. Vengono interrati e forniscono una valida alternativa a quelli precostruiti.
Vi lascio qualche link per questo punto:
link 1link 2link 33. Rifugi di fortuna. Io li dividerei in due categorie: quelli che servono per resistere alla violenta ondata di calore e spostamento d'aria e quelli per la ricaduta radioattiva ( il fallout ).
Nel momento dell'esplosione se non ci si trova in casa, anche solo l'abitacolo di una macchina, ammesso ci si trovi a distanze accettabili è un buon rifugio. Mi sembra di ricordare che raddoppia o triplica le possibilità di sopravvivenza. In strada, bisognerebbe stendersi a terra e ranicchiarsi, riparasi a ridosso di un terrapieno e se possibile coprirsi con una coperta, cercare riparo nella metro, fare quello che la logica suggerisce. Dopo l'esplosione è indispensabile trovare un rifugio adatto. La cantina, grotte naturali particolarmente profonde, al limite la propria abitazione. Ricordiamoci però che dopo l'esplosione ci sarà il fallout e quindi l'inverno nucleare e per sopravvivere in queste condizioni un rifugio ben attrezzato ed un piano di azione ben congegnato sono indispensabili.
In Italia la protezione civile ha stilato un piano di comportamento in caso di emergenza nucleare ( non tanto per l'esplosione di ordigni quanto più per disastri a centrali nucleari e depositi di stoccaggio, che purtroppo sono presenti anche sul nostro territorio ). Nel paragrafo 3.5.1, riporta:
" La misura “riparo al chiuso” consiste nell’indicazione alla popolazione di restare in casa, con porte e finestre chiuse, i sistemi di ventilazione spenti, per brevi periodo di tempo (di norma poche ore; il limite massimo può ragionevolmente essere posto a due giorni). L’obiettivo dell’indicazione di riparo al chiuso è di evitarel’inalazione e l’irraggiamento esterno derivanti primariamente dal passaggio della nube radioattiva e da materiale radioattivo depositato al suolo."
Link protezione civilelink green peaceComunque appena ho un attimo di tempo libero in più, posterò altro materiale interessante a riguardo